Oggi sono stato a Palazzo Barberini a Roma, all’anteprima stampa della mostra Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo.
La mostra presenta “solo” poco più di 200 cimeli, scelti su le migliaia di opere conservate alla Disney Research Library da dove provengono. Si tratta in maggior parte di sketch e disegni preparatori e qualche layout finale perché la mostra vuole presentare la parte di lavoro di preparazione che porta alla creazione dell’opera cinematografica e non esibire oggetti usati per il film finale, e questo giustifica le poche cel, che invece spesso fanno da padrone in queste exhibitions.
Il percorso si divide in quattro temi: myths, fables, legends e fairy tales, tradotti in miti, fiabe, leggende e favole e tutte le storie scelte hanno ambientazione Europea. Nei Miti troviamo disegni, dipinti e schizzi tratti dalla Pastorale di Fantasia, dove ci sono Bacco e gli Dei e la famiglia dei Pegaso. Disegni dalle famose Silly Symphonies degli anni ’30 Il tocco di Re Mida e The Goddess Of Spring, la storia della dea della primavera Persefone le cui fattezze e animazioni furono in realtà uno studio per poter disegnare in modo realistico ed animare in modo fluido un personaggio femminile, in vista dell’inizio della lavorazione di quello che fu definita la follia di Disney: Biancaneve e i sette nani.
Conclude la sezione una vasta gamma di opere tratte da Hercules del 1997, il capolavoro pop che tutti amiamo e di cui sono presenti anche due delle sole quattro Maquette presenti in tutta la mostra.
La seconda sezione e’ Fiabe. Qui vengono presentati schizzi, disegni e layout di quelle storie in cui oggetti o animali prendono vita e cominciano a comportarsi come umani. Si parte dai 3 porcellini, dagli short di Topolino The Brave Little Taylor e di Paperino Donald’s Better Self. Lo spotlight principale e’ giustamente dedicato a Pinocchio, il burattino italiano nella incantevole versione Disney di cui e’ anche presente la marionetta originale fatta creare da Walt per la promozione del film nel 1940 e di cui c’è una famosa foto in cui la tiene in braccio.
La sezione Leggende è composta da due soli film, fra i piu popolari fra tutte le generazioni ma che spesso la Disney stessa ha snobbato vista la quasi totale assenza di merchandise di essi. La spada nella roccia del 1963 e Robin Hood del 1973 vengono raccontati brevemente ma intensamente con dipinti molto suggestivi, qualche cel e disegni preparatori.
La parte forse piu’ estesa e’ quella delle favole dove troviamo le tre altezze reali della Disney: Biancaneve, con disegni preparatori spesso apparsi nelle centinaia di art book dedicati al film o alle pellicole Disney in genere, ma che vedere dal vivo fa davvero impressione, fra questi ricordo i primi studi del personaggio che ispirati a Betty Boop e le versioni bionda o ramata.
Cenerentola, con una parete in cui spiccano una manciata di opere di Mary Blair e il disegno a matita della trasformazione del vestito, i fotogrammi definiti dallo stesso Disney come i più magici di tutta la sua carriera.
La Bella Addormentata nel bosco, con disegni meravigliosi a matita dell’intro e del libro iniziale. In alcuni casi i disegni sono messi a confronto con la cel finale come ad esempio la montagna di arcolai. Lo splendore delle cel del 1959 in formato Techorama non finisce mai, nemmeno dopo tutti questi anni.
La Sirenetta e Frozen/Frozen 2 completano la sezione Favole, e di Ariel ed Elsa sono presenti anche le due ultime Maquette della mostra.
Prima di uscire si passa in una sala dove ci trovo in mezzo a un gioco ottico di specchi con i cristalli di Frozen 2. Poco azzeccata forse la scelta di tenere in loop continuo il richiamo che nel film faceva impazzire la povera Elsa, viene voglia di scappare al piu’ presto, ma vogliamo credere che sia fatto per farci indetificare con lei… o forse no!
Della conferenza stampa, che in realta’ era una lezione di un’ora di Walt Disney for dummies, e’ stata interessante l’introduzione e spiegazione della mostra da parte di Kristen McCormick della Walt Disney Animation Research Library.
Per il resto un po’ fastidiosa la spiegazione, quasi una giustificazione dell’operazione, verso quel pubblico che non conosce bene il mondo Disney ma a cui chiaramente si punta come target.
Specificare che questa non è una mostra di fumetti, che questi film nonostante siano per bambini sono anche per grandi, e che queste presentate sono opere d’arte e non disegnini, dà quasi l’impressione che siano loro i primi a non credere pienamente nel progetto. Perché giustificarsi con chi ignora quando comunque credi in quello che fai e ne conosci il valore?
Commenti di Mario John