Sull’onda del grande successo di Hocus Pocus 2, diamo una sbirciatina alla discografia dell’attrice, cantante, e performer Bette Midler per riscoprire le sue interpretazioni di canzoni dell’universo Disneyano.
La poliedrica Bette, nata ad Honolulu nel 1945 e di discendenza Italiana ed Ebraica, si fa conoscere negli anni settanta cominciando a lavorare a Broadway. Contemporaneamente alla carriera teatrale comincia ad incidere degli album in studio ed il primo di questi, The Divine Miss M del 1973, vince subito un premio Grammy, cosa che la incoraggia ad andare avanti nel mondo della discografia. Ed è sul quarto disco, intitiolato Broken Blossom del 1977, che Bette si cimenta con la sua prima cover di uno standard Disneyano, la iconica A Dream Is A Wish Your Heart Makes, la nostra I Sogni Son Desideri, tratta da quel capolavoro del 1950 che è Cinderella.
Questa versione della Midler è lenta e melanconica, forse più triste della versione originale che in fondo era una canzone di speranza. Nell’intro Bette recita alcune frasi che sembrano molto personali: “When I was a little girl my father used to say: If trouble ever troubles you, just dream your cares away.” (Quando ero ero una bambina mio padre mi diceva: Se i guai ti danno fastidio, dimenticali nei sogni”
L’intepretazione diventa anche molto teatrale, ed anche l’arrangiamento ricorda atmosfere classiche di Broadway.
A fine anni settanta Bette oltre alla carriera discografica e teatrale si butta anche a capofitto nel cinema ed ha grande successo con il film The Rose del 1979, e a metà degli anni ottanta diventa una delle stelle di punta della Touchstone Pictures, la divisione di film “per adulti” della Disney. Per la Touchstone, interpreta tanti film fra i quali, Su e giù per Beverly Hills (Down and Out in Beverly Hills), Per favore, ammazzatemi mia moglie (Ruthless People), Una fortuna sfacciata (Outrageous Fortune), Affari d’oro (Big Business) dove recita sempre più o meno lo stesso personaggio che il pubblico amava e voleva da lei, quello di una donna un pò prepotente, spesso volgare, che diceva tantissime parolacce ma che poi si scopre tenera o vittima di circostanze che l’hanno resa apparentemente dura.
Nel 1988 arriva un film Touchstone leggermente diverso, Beaches (Spiagge), diretto da Gary Marshall (che nel 1990 sempre per la Touchstone dirigerà Pretty Woman) in cui interpreta sempre una cantante un pò sopra le righe e con la bocca larga, ma che ad attimi di commedia alterna momenti drammatici. Si tratta della storia di due amiche che si conoscono fin da piccole, una di umili origini (Bette Midler) e una di buona famiglia (Barbara Hershey) e che negli anni si perdono un pò di vista. Quando la ricca ereditiera scopre di essere gravemente ammalata decide che la nuova madre di sua figlia deve essere proprio la sua amica cantante. All’interno di questo dramma, nel momento in cui il personaggio di Bette prende in custodia la bambina le canta una ninna nanna che non può essere altra che Baby Mine, la canzone toccante che la mamma di Dumbo canta al suo elefantino dalle sbarre della gabbia in cui era stata rinchiusa dopo averlo protetto dai piccoli bulli nel circo.
Questa versione, dolce ed emozionante e’ praticamente fatta quasi solo di voce e pianoforte ed è presente nel cd della colonna sonora originale che vi mostro qui sotto.
Nel 1996 la Midler viene chiamata dalla Disney Pictures per cantare la versione pop di God Help The Outcasts, la canzone di Esmeralda del Gobbo Di Notredame che si sente durante i titoli di coda.
La canzone, che ha toni abbastanza seri per essere una colonna sonora di un film di animazione classico, parla di fede e discriminazione verso chi è considerato diverso nella propria società ed è concepita come una preghiera ad un Dio misericordioso a cui si chiede di far smettere il dolore e la sofferenza di quelli che vengono visti come reietti (outcasts).
Come spesso accade le parole della versione pop sono leggermente diverse rispetto a quelle della versione film ed in questo caso la frase “Gypsy’s prayer“, diventa “humble prayer” per dare un significato più universale. Per renderla una canzone vera e proprio rispetto al numero alla Broadway del film vengono eliminati i contro cori dei fedeli in chiesa e Alan Menken e Stephen Schwartz scrivono un “bridge” classico (I don’t know if there’s a reason why some are blessed some not…) che viene inserito in mezzo alla canzone.
L’interpretazione sempre molto teatrale di Bette Midler rende questa versione una ballata molto potente.
Nel 2001 Bette viene scaricata dall’etichetta discografica Warner Bros per via delle vendite in declino dei suoi dischi. Ma nel 2003 con l’uscita di Bette Midler Sings the Rosemary Clooney Songbook, il primo album per la Columbia Records, la Midler si rifa’ e torna in cima alle classifiche di Billboard. In questo album presenta cover della canzoni più famose della popolarissima cantante anni ’50, zia di George Clooney, e visto il successo nel 2005 esce Bette Midler Sings the Peggy Lee Songbook in cui troviamo incisa un’altra cover Disney. Si tratta di He’s a Tramp (E’ un briccone) tratta da Lilli e il Vagabondo la cui colonna sonora fu ideata da proprio da Peggy Lee, e che nella versiona originale del film canta nei panni di Peg (da noi Gilda). La Lee era famosa anche per la sua iconica versione di Fever, canzone anche questa presente nel disco di Bette e di cui furono fatti dei remix dance molto accattivanti.
Il brano He’s a Tramp inizia con un accenno musicale ad un’altra delle canzoni di Lady and The Tramp firmate da Peggy Lee, ossia la canzone dei gatti siamesi (The Siamese Cats Song), che nel film e’ lei stessa ad interpretare.
Chiudiamo l’articolo ricordando che Bette Midler venne chiamata per interpretare The Place Where Lost Things Go, la ballata dal film Mary Poppins Returns alla cerimonia dei 91esimi premi Oscar del 2019 al posto dell’attrice Emily Blunt che la canta nella pellicola.
Bette, che è stata anche lei due volte nominata per la statuetta, era accompagnata al piano dal suo amico di vecchia data Marc Shaiman, nonchè autore musicale del brano e della colonna sonora del film.
Il brano, con il toccante testo scritto da Scott Wittman, purtroppo non vincerà l’ambito premio quell’anno, perdendo contro Shallow, la canzone di A Star Is Born, ma l’interpretazione graziosa e calorosa di Bette la rende una delle cose più belle viste quella sera su quel palco.
Mentre vi invitiamo ad ascoltare le canzoni di cui vi abbiamo parlato su Youtube o Spotify vi auguriamo Buon Ascolto!!!
Commenti di Mario John